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Questa sera al Tenax di Firenze, con Butch e Bassa Clan

Techno, deep e house si incontrano e si fondono ancora una volta tra le mura del Tenax.
Sabato 12 novembre in consolle il talentuoso dj/producer Butch ed il duo bolognese Bassa Clan.

Apprezzato sia da chi ama la techno come da chi preferisce la house; sabato 12 novembre in console al Tenax, il dj e producer Bülent Gürler, meglio noto come Butch (apertura porte ore 22:30 – ingresso 10/12/15 €).

Nato e cresciuto in Germania, a soli 11 anni – dopo aver visto una sfida fra disc jockey in TV – inizia a coltivare la passione per il djing. Passione nata quasi per caso, perché in realtà fino a quel momento era sempre stato interessato a graffiti e breakdance “ma poi ho preferito fare il dj perché sembrava la cosa che mi riusciva meglio”. Ed effettivamente era così; nel 2002 vince una competizione per dj e diventa presto resident di un club. Dopo tre anni appena affronta già un tour in Giappone.

Contemporaneamente porta avanti il lavoro di produttore, sia con band e nomi emergenti che con artisti quali Riva Starr, Johnny D “e tantissimi altri ai quali ho dimenticato di aggiungere accanto il mio nome”. Ugualmente estesa la lista di etichette con le quali collabora: Moon Harbour, Visionquest, Desolat, Rekids e nel 2016 la Tuskagee di Seth Troxler.
Butch cerca costantemente di dare al dancefloor il più possibile e questa determinazione lo porta in mille attività. Nel 2016 firma un EP con Ricardo Villalobos sulla sua etichetta Otherside, per poi uscire successivamente sulla Drumcode di Adam Beyer.

In un mondo dove il posizionamento, il branding, le pianificazioni strategiche e l’immagine personale stanno diventando importanti tanto quanto la musica stessa, Butch, aka Bülent Gürler, si rifiuta di conformarsi.

Il suo nome, come ci ricorda il protagonista di Pulp Fiction in una memorabile scena, non significa niente. Ma lui non è qui per impressionare o intimidire. È qui per suonare.

A scaldare la pista ci penserà invece il duo bolognese Bassa Clan, all’anagrafe Dino Angioletti e Fabrizio Maurizi. Nato per diletto, come spesso accade alle cose ben riuscite, il duo sfocia presto in un vero e proprio progetto discografico e nonostante i due abbiano uno storico artistico tanto diverso e lontano nelle forme, i contenuti sono ravvicinati ed i due universi si fondono perfettamente. La loro fonte di ispirazione principale è quel tanto famoso suono, ancestrale e seminale di Detroit, quella techno inconfondibile e carica di mille sfumature. L’elemento ritmico, il groove, è concepito sulle altisonanti batterie analogiche anni ’80 e sull’intramontabile campionatura. Nasce così un suono sporco, caldo e decisamente americano nel dna, ma con una personalità ed un piglio cresciuto tutto a tortellini e lasagne.

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