Il post di questa sera apparso sulla pagina facebook del dj Joe T Vannelli, segna sicuramente l’apice al quale i djs espongono la loro contrarietà a chi da dj diciamo ci si veste, ma in realtà proviene da altre realtà.
Si perchè come scrive Joe T Vannelli, “non si compra il mestiere di dj e neppure l’amore! Essere dj è innanzitutto una missione e un lavoro serio, non un passatempo o una moda” questa la causa che ha portato Vannelli alla decisione di cancellare la sua data in coincidenza dell’esibizione con Gianluca Vacchi, definito da lui stesso VIP del web.
Ovviamente non mancano i commenti legati a questo post, che come immaginabile stanno coalizzando molti dj contro quella sfera di personaggi dello spettacolo, che si vestono nei loro panni.
Il termine dj definisce l’abbreviazione di disc jockey, che seleziona diversi brani tramite il mixaggio, che consiste nel mettere a tempo in contemporanea in un idoneo momento i due (o più) brani, questo è colui o colei che svolge questa professione.
Con l’avvento del digitale questa tecnica è stata estremamente facilitata, permettendo anche a coloro che il “tempo” non lo sentono a perfezione, di poter mixare i brani tramite l’aiuto del famoso “Sync” che svolge appunto la funzione di sincronizzare allo stesso stesso tempo i due brani.
La facilità di reperire musica, e la tecnologia nel contempo, hanno permesso a molti di poter esercitare il ruolo del dj senza aver avuto una adeguata preparazione, si perchè fino a venti anni fa, un dj utilizzava solo il vinile, acquistandolo in negozio, e non in tutti, ma solo quelli specializzati nel settore, e spendendo molti soldi, ed utilizzando solo i giradischi ed il mixer, al massimo era contemplato l’utilizzo del campionatore, questo comportava un’inevitabile selezione naturale.
Facciamo una riflessione, oggi ci sono i dj che fanno solo serate in disco, e poi quelli che producono anche musica, che solitamente “sentono” le note con una sensibilità maggiore, e personaggi provenienti da altre realtà non proprie alla musica che svolgono le loro serate in discoteca.
Una volta, nei locali vi era la figura del dj che svolgeva perfettamente il suo ruolo, ed i VIP che venivano invitanti per fare la comparsata e firmare autografi e fare foto, capita spesso adesso che alcuni di questi VIP forse annoiati da questa figura “passiva” abbiano ben pensato di andare dall’altra parte della console e fare il “dj”.
Tra questi VIP qualcuno riesce discretamente in questa veste da “dj” altri ovviamente meno, ma anche quelli che fanno solo il dj, non sono tutti perfetti, ovviamente chi svolge questa professione con dedizione alla musica, e con un bagaglio sia di preparazione che culturale adeguato, si sente in un certo senso spodestato del suo ruolo, ed è comprensibile, però è anche vero che capita sovente che i dj, vogliano fare i VIP (o si sentano).
In tutto questo scambio di ruoli, chi comanda? Comanda il pubblico, le persone scelgono, pagano, quindi vanno dove si sentono più a loro agio, e dove va anche più di moda andare, e i gusti sono molteplici e vanno rispettati tutti, da coloro che vogliono ballare “Despacito” ai vari successi techno, EDM, house, così come chi rappresenta i tali generi e in che modo.
Tirando le somme, ognuno ha il dj che si merita, o per meglio dire che sceglie, quindi non troverei particolare preoccupazione nello scontrarsi, così come il dj ha il pubblico che si merita, senza dubbio chi ascolta Joe T Vannelli non ascolta Gianluca Vacchi o viceversa, così come chi ascolta Carl Cox non preferisca David Guetta, può succedere in taluni casi che vengano ascoltati entrambi, ma non penso che siano così frequenti, dobbiamo semmai unire le forze per permettere che il sistema discoteca sia sempre più supportato e in quanti più la frequentino.