A partire dal primo disco One Last Riot (2007) fino ai singoli Paris Dub 1 e Eating Glue (2012) che iniziano a far circolare il loro nome, la storia di Gerardo Delgado e Quinn Whalley si sviluppa al di fuori di ogni logica discografica e propagandistica: solo vinili in edizione limitata e niente promozioni, niente note stampa, niente social, solo qualche nota sul genere di riferimento per i pochi negozi di dischi londinesi scelti per la distribuzione. A qualche anno di distanza, il duo britannico, pur mantenendo vivo il manifesto “No Promo”, ha scelto di infrangere qualche regola aprendosi almeno alla distribuzione online. Portatori di un vessillo che inneggia alla libertà d’espressione scevra da ogni manifestazione autoreferenziale ed egocentrista, i Paranoid London – nonostante l’enorme successo e contrariamente a molti compagni di consolle – si tengono “fuori dal tempo”, estranei da logiche di comunicazione, social, post, instapost. Soltanto la loro “paranoia acida” (dal titolo del vinile del 2007 “We make acid”), il loro è un vero e proprio show per cultori di musica elettronica: sequenze di bassline, ritmi sincopati e vocals selezionati confermano la maestria di Delgado e Quinn.
Affezionati ad un sound tipicamente UK e fortemente retrò, i Paranoid London traggono la loro energia dall’analogico applicato ai due generi che più sono stati in grado di esaltarne le vibrazioni, l’acid e l’electronic music, il tutto condito da tagli fieramente punk e techno, in un continuo rimando alla tradizione elettronica britannica e a storiche etichette quali la Trax e la Dance Mania.
A fare gli onori di casa, il dj set a quattro mani dei fondatori del Fragola’s Night, Cole & Philipp: il primo si è fatto conoscere negli anni grazie ad un’eccellente djing attitude e nel corso della carriera ha suonato nelle location più apprezzate della scena elettronica (Pag, Ibiza e Berlino). Philipp, invece, è noto per il naturale feeling con il suo pubblico. Grazie al suo talento è capace di trasmettere il giusto mood in ogni occasione, ricordando sempre che il dj è colui che fa divertire il dancefloor.
